Domanda:
Perchè si dice "far vedere i sorci verdi?" da cosa deriva questa frase?
mela ex limone
2008-05-21 07:42:00 UTC
Perchè si dice "far vedere i sorci verdi?" da cosa deriva questa frase?
Quattro risposte:
Blù Cobalto
2008-05-21 07:50:11 UTC
FAR VEDERE I SORCI VERDI

Questo modo di dire puo' essere utilizzato in diverse occasioni: per destare meraviglia o stupore, soprattutto in virtu' della propria superiorita'; per preparare a qualcuno una sorpresa sgradevole od imporsi nettamente senza riguardi degli altri. Deriva da una frase scherzosa di origine romana, ripresa come nome di un reparto speciale dell'aviazione italiana famoso negli anni 1937/38 per le sue imprese sportive e successivamente belliche. Sulla carlinga degli aerei erano dipinti tre topi di colore verde. Ecco il detto "Te' faccio vede' i sorci verdi!".
anonymous
2008-05-21 14:52:45 UTC
I Sorci Verdi erano l'emblema della 205ª Squadriglia della Regia Aeronautica appartenente al 41º Gruppo BT (Bombardamento Terrestre) del 12º Stormo inquadrato nella IIIª Squadra Aerea. Precisamente, tutti gli aerei di questa squadriglia portavano disegnati sulla fusoliera, giusto davanti al portellone, tre topi (in romanesco ed altri dialetti dell'Italia centromeridionale: sorci) verdi, ritti sugli arti posteriori.

Questa squadriglia ebbe così tanti successi militari e non solo (come ad esempio la trasvolata dell'oceano atlantico partendo da Roma e arrivando a Rio de Janeiro), che rimasero impressi nella cultura e nella società degli anni '40 tanto da far nascere anche molti modi di dire come appunto far vedere i sorci verdi nel senso di umiliare un avversario in una competizione. Curiosità: C'è anche chi sostiene esattamente il contrario, cioè che dal modo di dire sia nato il simbolo, ma la cosa non appare convincente, in quanto i topolini verdi erano disegnati sulla fusoliera già prima delle gare in cui la squadriglia si distinse. Questo modo di dire è tipico dei dialetti romaneschi.
Scacco
2008-05-21 14:49:02 UTC
Nel 1936, la 205° squadriglia della Regia areonautica (12° Stormo della 3ª Squadra Aerea), adottò come stemma 3 sorci verdi irti sulle zampe posteriori. Tale squadriglia fu la prima ad utilizzare i moderni e potenti (a quel tempo) trimotori Savoia Marchetti S.M.79 (equipaggiati con tre motori ALFA ROMEO 126 RC34 da 750 CV con 14 cilindri) che vennero utilizzati spesso per gareggiare in varie competizioni internazionali. In quel periodo, anche il figlio di Benito Mussolini, Bruno Mussolini, venne a far parte di quel gruppo di piloti e a gareggiare e vincere diverse gare, come la corsa aerea Istres - Damasco - Parigi del 1937 o la trasvolata oceanica Italia Brasile (Guidonia - Dakar - Rio de Janeiro) del 24 gennaio 1938 (arrivarono a Rio de Janeiro dopo circa 24 ore di volo e furono accolti e festeggiati da una folla di circa 300 mila persone).



Fu proprio per la popolarità di questa squadriglia, che spesso dava prova di superiorità, affidabilità e potenza, che nacque il modo di dire "ti faccio vedere i sorci verdi", come per dire "sto per umiliarti", "sto per batterti", "sto per sconfiggerti", ma sempre in un contesto di competizione sportiva.



Per la verità fu proprio una frase di Benito Mussolini che lanciò alla popolarità questo modo di dire. Proprio in occasione della trasvolata Italia Brasile egli disse: "abbiamo fatto vedere i sorci verdi al mondo intero".



Durante la seconda guerra mondiale, la squadriglia dei sorci verdi partecipò attivamente a molte missioni. Il 12° Stormo, divenuto da "bombardamento" portò a termine molte uscite sia di bombardamento ma, sopratutto, di siluramento in tutta la zona del Mediterraneo.



Fu così (anche tenendo conto del clima bellico fascista dei primi anni 40) che il modo di dire "ti faccio vedere i sorci verdi" divenne più "cattivo", volendo indicare non solo un avviso all'avversario per una possibile sconfitta leale e sportiva, ma anche una arrogante minaccia di violenta e spietata sopraffazione.
LIVIO M
2008-05-21 14:47:15 UTC
I Sorci Verdi erano l'emblema della 205ª Squadriglia della Regia Aeronautica appartenente al 41º Gruppo BT (Bombardamento Terrestre) del 12º Stormo inquadrato nella IIIª Squadra Aerea. Precisamente, tutti gli aerei di questa squadriglia portavano disegnati sulla fusoliera, giusto davanti al portellone, tre topi (in romanesco ed altri dialetti dell'Italia centromeridionale: sorci) verdi, ritti sugli arti posteriori.





Visto gli innumerevoli successi (citati sopra) che la squadriglia raccolse, è nato il modo di dire: far vedere i sorci verdi nel senso di umiliare un avversario in una competizione. C'è anche chi sostiene esattamente il contrario, cioè che dal modo di dire sia nato il simbolo, ma la cosa non appare convincente, in quanto i topolini verdi erano disegnati sulla fusoliera già prima delle gare in cui la squadriglia si distinse.

"Te faccio vedé li sorci verdi!": il detto pur essendo usato un po' ovunque in italia, è molto più comune in romanesco.

Il 51° Stormo (prima 20°) detto dei gatti neri, assunse questo nome dopo aver battuto in un esercitazione i sorci verdi. I piloti per celebrare la vittoria disegnarono sulla fusoliera dei loro Fiat G.50 un gatto nero che acchiappava con gli artigli tre topi verdi. In seguito il disegno venne scelto come stemma ufficiale per la squadriglia. Oggi è di nuovo ufficialmente il simbolo del 51° Stormo e si può ammirare sulla coda degli AMX.


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