Nel 1936, la 205° squadriglia della Regia areonautica (12° Stormo della 3ª Squadra Aerea), adottò come stemma 3 sorci verdi irti sulle zampe posteriori. Tale squadriglia fu la prima ad utilizzare i moderni e potenti (a quel tempo) trimotori Savoia Marchetti S.M.79 (equipaggiati con tre motori ALFA ROMEO 126 RC34 da 750 CV con 14 cilindri) che vennero utilizzati spesso per gareggiare in varie competizioni internazionali. In quel periodo, anche il figlio di Benito Mussolini, Bruno Mussolini, venne a far parte di quel gruppo di piloti e a gareggiare e vincere diverse gare, come la corsa aerea Istres - Damasco - Parigi del 1937 o la trasvolata oceanica Italia Brasile (Guidonia - Dakar - Rio de Janeiro) del 24 gennaio 1938 (arrivarono a Rio de Janeiro dopo circa 24 ore di volo e furono accolti e festeggiati da una folla di circa 300 mila persone).
Fu proprio per la popolarità di questa squadriglia, che spesso dava prova di superiorità, affidabilità e potenza, che nacque il modo di dire "ti faccio vedere i sorci verdi", come per dire "sto per umiliarti", "sto per batterti", "sto per sconfiggerti", ma sempre in un contesto di competizione sportiva.
Per la verità fu proprio una frase di Benito Mussolini che lanciò alla popolarità questo modo di dire. Proprio in occasione della trasvolata Italia Brasile egli disse: "abbiamo fatto vedere i sorci verdi al mondo intero".
Durante la seconda guerra mondiale, la squadriglia dei sorci verdi partecipò attivamente a molte missioni. Il 12° Stormo, divenuto da "bombardamento" portò a termine molte uscite sia di bombardamento ma, sopratutto, di siluramento in tutta la zona del Mediterraneo.
Fu così (anche tenendo conto del clima bellico fascista dei primi anni 40) che il modo di dire "ti faccio vedere i sorci verdi" divenne più "cattivo", volendo indicare non solo un avviso all'avversario per una possibile sconfitta leale e sportiva, ma anche una arrogante minaccia di violenta e spietata sopraffazione.