Domanda:
Il cacciatore di aquiloni?
-=|¢®¡§t¡åñø ®øñå£Ðø|=- (FCI)
2008-03-31 04:28:45 UTC
Raga sono un appassionato di libri mi piacciono tantissimo e quando posso nn esito a leggerli.....solo che mi manca l'ultimo libro uscito "il cacciatore di aquiloni" se uno di voi mi potrebbe fare un riassunto abbastanza grande per capire la storia e la trama di questo libro da cui è stato tratto il film che nn voglio vedere perchè voglio sapere prima la storia per cortesia help me!!!! (10 punti al miglor riassunto che mi fate)
Sette risposte:
Tiffany
2008-03-31 04:37:56 UTC
La storia dell'Afghanistan degli ultimi decenni è una storia terribile, fosca e tragica, un puzzle d'orrori composto con le tessere di vite spezzate, di esistenze straziate ed umiliate, di infanzie rubate. Il cacciatore di aquiloni (edito Piemme), narrando le vicende di due bimbi, Hassan e Amir, per creare un affresco che rappresenti tutte le vicissitudini che hanno messo in ginocchio quel paese - dall'occupazione russa alla piaga talebana, dai bombardamenti americani alla presa del potere da parte del governo fantoccio dell'Alleanza del Nord - parte da una metafora splendida: c'è stato un tempo in cui nei cieli di Kabul volavano gli aquiloni (sport nazionale afghano), le cui eleganti evoluzioni rappresentavano la libertà del paese. Poi gli aquiloni non volarono più: era iniziata la tremenda odissea del popolo afghano. Amir, figlio del ricco commerciante Baba, vive col padre in una grande, lussuosa villa con giardino; la madre - con grande sconforto del padre - morì nel mettere alla luce il bimbo, cosa che Baba non ha mai effettivamente perdonato al figlio. A far loro compagnia Alì, servitore di Baba da sempre, ed il figlio Hassan, inseparabile ed adorante compagno di Amir: i due, oltre a trascorrere insieme le spensierate giornate dell'infanzia, formano una formidabile coppia nei tornei cittadini di combattimenti tra aquiloni. Il ricco Amir è il "pilota", Hassan il suo "secondo": difficile che il filo svolto dal rocchetto degli avversari riesca a rimanere integro quando si scontrano con questo formidabile duo. In più Hassan, col suo viso da bambola ed il labbro leporino, è il più forte cacciatore di aquiloni di Kabul: quando un filo viene reciso in combattimento e l'aquilone vaga in cielo in preda al vento, lui saprà sempre dove andrà a cadere, facendone una preda di guerra per Amir. Ma l'armonia tra i due ragazzini si spezza quando qualcosa di terribile accade ad Hassan per colpa di Amir: l'atteggiamento di quest'ultimo nei confronti dell'amico muterà, dettato da un'ostilità figlia del rimorso covato nell'ombra della propria coscienza, in un perverso gioco di specchi. L'arrivo dei russi a Kabul porterà alla separazione delle due mezze famiglie: Amir e Baba fuggiranno in America, Alì ed Hassan resteranno chissà dove in Afghanistan. Dopo venticinque anni Amir ha realizzato il suo sogno - sempre guardato con scetticismo dal pragmatico e concreto Baba - di diventare scrittore, si è sposato, ha una buona vita nella sua casa di San Francisco. Ma a sollevare le nebbie faticosamente accumulate su un passato scomodo ci pensa una telefonata dall'Afghanistan, che non gli lascia scelta: in barba alla viltà di cui si è accusato per tutta la vita parte alla volta di Kabul, alla ricerca di Sohrab, il figlio di Hassan reso orfano dalla crudeltà dei Talebani. Ma ad attenderlo a Kabul non ci sono solo i fantasmi del passato: quello che trent'anni prima era il suo paese ora è una landa desolata in cui vagano donne invisibili, dove i marciapiedi sono carichi di relitti umani ammassati gli uni sugli altri, dove avere un padre od un fratello maggiore è un lusso dopo gli stermini talebani, dove gli occhi della gente restano incollati al selciato per timore di incrociare fatalmente lo sguardo sbagliato, dove gli aquiloni non volano più...Terribile e toccante, in particolare nelle ultime centocinquanta pagine - quelle appunto del ritorno - Il cacciatore di aquiloni mi ha fatto venire alla mente un altro capolavoro della letteratura che ho adorato: L'amico ritrovato di Fred Uhlman: una storia d'amicizia, di separazione forzata, causata da eventi fuori dal controllo del singolo, anni di silenzio e poi la chiamata del destino che forza uno dei protagonisti a scavare nel proprio passato per riabbracciare l'adorato compagno di tante avventure, seppur non di persona ma attraverso qualcosa o qualcuno che lo rappresenta... Hosseini scrive in modo magico, in grado di stregare il lettore, di incollarlo alle sue pagine vivendo in prima persona i travagli interiori di Amir, sentendo fischiare i proiettili russi prima e talebani poi sopra alla propria testa, ritrovandosi il viso rigato di lacrime al primo sorriso che Sohrab gli rivolge.
Martina V
2008-03-31 04:36:43 UTC
Una storia di amicizia attraverso trent’anni di storia afghana.



C’è stato un tempo in cui Kabul era una città in cui volavano gli aquiloni e in cui i bambini davano loro la caccia. Amir e Hassan hanno trascorso lì la loro infanzia felice e formavano una coppia eccezionale nei tornei cittadini di combattimenti tra aquiloni. Niente al mondo però può cambiare certi dati di fatto: l’uno pashtun, l’altro hazara; l’uno sunnita, l’altro sciita; l’uno padrone, l’altro servo. Amir, il ricco, era il pilota; Hassan, il servo, era il suo secondo. Poi però gli aquiloni non volarono più. E’ una storia di padri e figli, di amicizia e tradimento, di rimorso e redenzione, di fughe e ritorni sullo sfondo di un Afghanistan schiacciato dalla morsa sovietica prima e dai talebani poi. Amir, figlio di un ricco uomo d’affari, viveva con il padre Baba in quella che era considerata da tutti la più bella casa di Wazir Akbar Khan, un nuovo quartiere nella zona nord di Kabul. Anche Hassan viveva con il padre Ali, in una capanna di argilla, all’ombra del nespolo situato all’estremità meridionale del giardino della casa di Baba e Amir. Ma un giorno, sotto gli occhi dell’amico, qualcosa di terribile accadde ad Hassan. Amir commise una colpa terribile e l’armonia tra i due si infranse.



“Sono diventato la persona che sono oggi all’età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. E’ stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto.”





Queste le parole di Amir adulto che vive da ormai vent’anni in America, dove è fuggito con il padre. E, quando una telefonata inaspettata lo raggiunge a San Francisco, comprende che deve partire e tornare a casa. Un viaggio di ritorno, un viaggio dentro di sé, un viaggio di espiazione, un viaggio di riscatto. Ricordi assordanti e prorompenti, sensazioni sopite ma mai dimenticate. Ad attenderlo non ci sono però solo i rimorsi e i fantasmi della sua coscienza; quella che una volta era casa e patria è ora una landa desolata, terra di relitti umani e di donne invisibili la cui bellezza non esiste più. Qui avere un padre o un fratello, dopo gli indiscriminati stermini dei talebani, è una vera rarità; qui incrociare il loro sguardo, il più delle volte, significa tortura e morte; qui regnano sgomento e terrore.



Nonostante il finale “americano” e cinematografico (la Dreamworks casa di produzione di Steven Spielberg ne ha acquistato i diritti per trarne un film) è una storia toccante e coinvolgente che vale la pena di leggere e su cui riflettere.
Kitta&Achille
2008-03-31 04:36:36 UTC
il riassunto te l' hanno fatto.

io t consiglio di leggerlo.. è molto bello..
katy
2008-03-31 04:32:54 UTC
Ancora non l'ho letto, ma l'ho appena comprao da intenret...mi arriverà a giorni!!!



Amir, figlio di Baba:è un ragazzo magro e pallido dalle spalle strette, gli occhi color castano chiaro e piccolo di statura per i suoi dodici anni. Non è molto bravo nel campo sportivo, ma lo è in quello letterario e ama leggere e scrivere romanzi. Il primo racconto che scrive viene letto per la prima volta da Rahim Khan e Hassan. Vince nel periodo invernale i combattimenti con gli aquiloni e grazie a questo riesce a conquistarsi la fiducia del padre. Tradisce l'amico Hassan per via della sua paura. Fugge in California con il padre, e si sposa con una afgana, Soraya. I due non hanno figli. Torna in Pakistan per via di Rahim Khan che sta per morire e riceve da lui la notizia che Hassan era il suo fratellastro e che ha un nipote di cui dovrà prendersi cura. Dopo una serie di avvenimenti che vedono anche un nuovo scontro col suo vecchio avversario Assef, trova suo nipote Sohrab, che cerca di portar via dalla guerra.

Baba, padre d'Amir e di Hassan: è soprannominato Toophan Agha, Mister Uragano, a causa della sua forza. Ama molto il calcio e tenta con ogni mezzo di fare in modo che il figlio Amir si dedichi allo sport, ma a quest'ultimo manca l'aggressività per intraprendere un gioco agonistico. Vuole molto bene e stima anche Hassan, che si suppone figlio del suo servo Hazara, provocando l'invidia di Amir. Hassan è molto bravo nel campo dello sport, ma è analfabeta, mentre Amir è molto bravo a scuola, ma non ha mai vinto una competizione. Baba trascorre la maggior parte del tempo con Rahim Khan, nel suo studio a fumare tabacco e a bere tè. È molto orgoglioso e difende ad ogni costo le persone più umili e non ha paura di morire. Muore per cancro ai polmoni. Odia i medici, soprattutto quelli russi. L'ultima sua azione è di chiedere al generale Taheri di concedere la mano di sua figlia Soraya ad Amir.

Rahim Khan: il migliore amico di Baba e socio in affari. Spesso è confidente di Amir da bambino e apprezza quelle doti che vengono considerate delle debolezze da Baba. E' lui che si occupa della casa di Baba dopo la sua fuga dall'Afghanistan e vi riporta Hassan con la moglie. Quando si accorge di avere poco da vivere, richiama Amir in Pakistan e, dopo avergli svelato che Hassan è il suo fratellastro, lo incarica di tornare in Afghanistan per ritrovare Sohrab.

Ali: di animo gentile, la gamba destra atrofizzata a causa della poliomelite e i muscoli della faccia paralizzati, aveva i tratti mongolici caratteristici degli Hazara e trova la gioia con la nascita del figlio.

Sanaubar: madre di Hassan era una sciita di etnia hazara, più giovane del marito di diciannove anni, aveva occhi verdi e un sorriso malizioso e seduceva facilmente gli uomini con il suo sensuale ondeggiare di fianchi. Dopo aver dato alla luce il figlio fugge con una compagnia di ballerini e cantanti girovaghi. Ritroverà il figlio da vecchia e vivrà con lui e con suo nipote Sohrab, fino a quando non morirà nel 1995.

Hassan: figlio di Baba e Sanaubar di origine Hazara. Viso perfettamente tondo, come quello di una bambola cinese di legno, con il naso largo e piatto, gli occhi a mandorla, stretti come una foglia di bambù, giallo oro, verdi, o azzurri come zaffiri a seconda della luce. Ha piccole orecchie dall'attaccatura bassa e il mento appuntito, che sembra un'appendice carnosa. Ha il labbro spezzato come se fosse un errore del fabbricante di bambole cui era sfuggito lo scalpello o per distrazione o per stanchezza, ma Baba fa intervenire un noto chirurgo per correggere il labbro leporino. Hassan nei confronti d'Amir è molto gentile, ed è sempre pronto a proteggerlo in caso di pericolo. La sua arma migliore è la fionda. Si scopre che Hassan e Amir sono fratelli, e che in realtà Sanaubar aveva tradito il marito con Baba. Hassan si sposa con Farzana, ma poi i due sono assassinati dai talebani e il bambino, Sohrab, rimane orfano.

Assef: figlio di un amico del padre d'Amir. Suo padre si chiamava Mahumud ed era un pilota di aerei. Il padre era afgano e sua madre tedesca. Assef era il più alto e aveva gli occhi azzurri. Nel quartiere in cui viveva la sua parola era legge. Alcuni ragazzi lo avevano soprannominato “il mangiatore d’orecchie” (Goshkor). Assef era senza dubbio il più spietato tormentatore d'Ali; andava da Amir per prendere in giro Hassan per via delle sue origini. Un giorno Hassan minaccia con la fionda Assef, e dopo qualche tempo lui si vendica, stuprandolo davanti agli occhi di Amir. Assef ha idee razziste e pensa di fare una pulizia etnica, proprio come Hitler. La sua idea non si smentisce, quando per il compleanno d'Amir gli regala proprio una biografia del Führer. Assef diventa poi un importante talebano, l'uomo con gli occhiali da sole che nell'intervallo di una partita di calcio giustizia due adulteri lapidandoli. La sua crudeltà è confermata dalla sua abitudine a stuprare i bambini dell'orfanotrofio, fra cui anche il figlio di Hassan, Sohrab.

Soraya: figlia del generale Taheri, va in sposa ad Amir. A causa del destino non riesce ad aver figli. Dal libro si può ricavare che è molto intelligente e che il padre vuole che lei diventi una persona importante come un medico o avvocato. Soraya però non vuole dare retta al padre; ella ha un sogno: quello di fare l'insegnante, il padre lo ritiene un lavoro umile perché si guadagna poco. Soraya è anche un punto di riferimento per Amir perché lui si confida con lei. Nel periodo post-matrimoniale Soraya si prende cura di Baba ammalato come se fosse suo padre. Quando Amir le propone di adottare Sohrab, ne è entusiasta e accoglie il bambino come un figlio.

Sohrab: il figlio generato da Hassan e Farzana. Rimasto orfano, è portato in un orfanotrofio. Dopo poco tempo viene preso a forza dal signore con gli occhiali da sole, che altri non è se non Assef. Sohrab salva la vita ad Amir, come suo padre, utilizzando la fionda: colpisce nell'occhio Assef con una biglia d'ottone. Il bambino in un primo momento esita a fidarsi d'Amir, ma pian piano acquisisce fiducia ed accetta di andare in America con lui. Dopo il tentativo di suicidio, causato dal fatto che Amir gli aveva detto che doveva riandare in un orfanotrofio, il ragazzo si chiude in un mutismo assoluto. I suoi occhi cominciano di nuovo a brillare quando per la prima volta vede Amir rincorrere un aquilone abbattuto.
anonymous
2008-03-31 04:31:46 UTC
E' tutto scritto qua:

http://it.wikipedia.org/wiki/Il_cacciatore_di_aquiloni
anonymous
2008-03-31 06:35:52 UTC
è bellissimo ti lascia veramente a bocca aperta e certe volta mi capita di ripensare a certe scene ke ho letto è un libro ke non ti abbandona....ti lascia il segno è moooolto profondo!!!

leggilo ciau ciau
gio76
2008-03-31 04:57:55 UTC
10 punti se te lo compri è imperdibile e vatti a vedere anche il film che è già al cinema dal 31 marzo


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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