Domanda:
Che cos'è l'elettricità?
anonymous
2007-11-07 08:29:12 UTC
Che cos'è l'elettricità?
Quattro risposte:
anonymous
2007-11-07 08:32:05 UTC
è il movimento di piccole particelle che fanno parte degli atomi e che hanno cariche elettriche: gli elettroni. ogni elettrone si muove intorno al nucleo (la parte centrale) del proprio atomo, ,a quando riceve una quantità di energia sufficiente, "salta" sull'atomo vicino. Qui, a sua volta, un altro elettrone si sposta sull'atomo successivo e così via. In questo modo si crea un flusso di miliardi di elettroni che si spostano nella stessa direzione: l'elettricità appunto, che si diffonde facilmente lungo fili e cavi fin dentro casa e che ti permette di accendere la lampadina e alla mamma di far funzionare la lavatrice. Non tutti i materiali sono adatti a trasportare l'elettricità: plastica, vetro o legno, per esempio, non lo sono. Altri invece, chiamati conduttori, lo fanno molto bene: i cavi elettrici hanno infatti all'interno fili metallici per il passaggio degli elettroni e sono circondati da una guaina di plastica che serve come isolante. L'elettricità resta all'interno, così se tocchi il filo non prendi la "scossa".



oppure:

Elettricità

Classe di fenomeni fisici riconducibili all'esistenza e all'interazione reciproca di cariche elettriche. A seconda che le cariche siano ferme o in moto, si parla più propriamente di elettrostatica o di elettrodinamica; nel primo caso, si ha a che fare con fenomeni puramente elettrici, nel secondo, con fenomeni elettromagnetici, che cioè presentano una componente elettrica e una magnetica.





Il fulmine è un fenomeno di natura elettrica che si verifica nei cieli temporaleschi. Le grandi quantità di carica elettrica accumulatesi nelle nubi fluiscono rapidamente al suolo in una scarica elettrica che attraversa l'aria ionizzata.





Tutti i fenomeni elettrici si spiegano in base al fatto che la materia è costituita da particelle cariche: gli atomi, infatti, che di per sé sono elettricamente neutri, sono comunque composti da particelle dotate di carica elettrica: i protoni, positivi, localizzati nel nucleo insieme ai neutroni (neutri), e gli elettroni, negativi, in orbita intorno a essi. Normalmente, ogni atomo contiene un numero uguale di protoni e di elettroni; ogniqualvolta viene meno questo equilibrio, si manifestano i fenomeni elettrici.





La bottiglia di Leida, inventata intorno al 1745, è il prototipo del condensatore elettrico. Consta di un recipiente in vetro, per due terzi rivestito di carta stagnola e per un terzo verniciato con ceralacca, e di un'armatura interna costituita da un'asta conduttrice, che è conficcata nel tappo di sughero della bottiglia e che termina con una sferetta, detta bottone. Per caricare la bottiglia, la si pone a contatto con un generatore elettrostatico. Per scaricarla, si usa un eccitatore, costituito da un manico isolante e due aste conduttrici, a forma di V, ai cui capi si trovano due sferette; ponendo una delle due sferette a contatto con lo stagno che riveste la bottiglia, l'altra a contatto con il bottone della bottiglia, si produce la scarica elettrica.



La proprietà dell'ambra strofinata di attirare oggetti leggeri era probabilmente già nota al filosofo greco Talete di Mileto, intorno al 600 a.C. Anche negli scritti di Teofrasto, che risalgono a tre secoli dopo, vengono citati materiali che godono della stessa proprietà. Il primo studio scientifico dei fenomeni elettrici e magnetici, tuttavia, apparve solo nel 1600, e si deve al fisico inglese William Gilbert. Chiarita la distinzione tra elettricità e magnetismo, questi chiamò elettrica (dal greco élektron, "ambra") la forza che si esercita tra cariche.



Il periodico scientifico-letterario "Il Conciliatore", edito a Milano tra il 1818 e il 1819, ebbe la funzione, come già aveva fatto nel Settecento la rivista "Il Caffè" quanto alle idee illuministiche, di diffondere i principi liberali e i programmi del romanticismo italiano. Tra i suoi autorevoli collaboratori (tra i quali si annoverano Giovanni Berchet, Giandomenico Romagnosi e Silvio Pellico, che ne fu direttore) vi fu il medico e patriota Giovanni Rasori (1766-1837): sul primo numero della rivista (giovedì 3 settembre 1818) comparve una sua recensione alle opere del fisico Alessandro Volta, l'inventore della pila, nella quale egli fa un resoconto delle scoperte nel campo dell'elettricità di "questo genio di cui l'Italia va superba" nell'intento di "contribuire a render sempre più vivo e generale presso di noi il gusto della fisica sperimentale".





La prima macchina capace di produrre cariche elettriche fu descritta nel 1672 dal fisico tedesco Otto von Guericke. Si trattava di una sfera di zolfo, messa in rotazione per mezzo di una manovella, che si elettrizzava quando veniva toccata con la mano. Lo scienziato francese Charles-François de Cisternay du Fay fu il primo a riconoscere l'esistenza di due tipi diversi di carica elettrica: positiva e negativa. Nel 1745 fu introdotto il primo condensatore, la bottiglia di Leida, un semplice recipiente di vetro ricoperto all'interno e all'esterno da due fogli di carta stagnola.





Nel 1747, mediante il suo famoso esperimento con l'aquilone, Benjamin Franklin provò che l'elettricità atmosferica, responsabile della formazione dei tuoni e dei fulmini, è della stessa natura della carica elettrostatica di una bottiglia di Leida. Franklin elaborò una teoria secondo cui l'elettricità sarebbe un "fluido" presente in tutta la materia; in questa ipotesi, i due stati di elettrizzazione di un corpo sarebbero dovuti all'eccesso o alla carenza di tale fluido.





Bilancia di torsione di Coulomb Charles-

Augustin de Coulomb studiò la forza elettrostatica per mezzo di una bilancia di torsione, in cui una carica elettrica q1 esercita una forza su una seconda carica q2, posta all'estremità di un'asta libera di ruotare. Misurando l'intensità della forza in base all'angolo di torsione dell'asta rispetto all'asse di sospensione, Coulomb trovò che la forza elettrostatica è direttamente proporzionale alle due cariche interagenti e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Ne risultò la legge di Coulomb: F = K q1q2/r2, dove K indica una costante di proporzionalità.



Repulsione tra cariche concordi

Le cariche elettriche dello stesso segno si respingono. Per osservare questo fenomeno è sufficiente caricare elettricamente due bacchette di vetro strofinandole con un panno di lana. Sospendendo una delle due a un filo e avvicinando l'altra, si assiste alla rotazione della bacchetta sospesa, che tende ad allontanarsi dalla carica dello stesso segno.



La legge secondo cui la forza esercitata tra cariche elettriche è proporzionale all'inverso del quadrato della loro distanza è attribuita a Charles-Augustin de Coulomb. Prima di questi, tuttavia, la legge era stata formulata dal chimico britannico Joseph Priestley, che nel 1766 aveva determinato sperimentalmente la dipendenza dal quadrato della distanza della forza di interazione tra le cariche. Lo stesso Priestley aveva dimostrato inoltre che una carica elettrica si distribuisce uniformemente sulla superficie di una sfera metallica cava e che, in condizioni di equilibrio, il campo elettrico all'interno di un corpo conduttore è sempre nullo. L’esperimento di Coulomb della bilancia di torsione risale invece al 1777: lo strumento, di sua invenzione, permise allo scienziato francese di stabilire la dipendenza dell’intensità della forza dal prodotto tra le cariche interagenti. Importanti contributi allo studio dell'elettricità vennero inoltre da Michel Faraday, autore della teoria delle linee di forza.





I primi esperimenti sul comportamento della corrente elettrica vennero eseguiti dagli scienziati italiani Luigi Galvani e Alessandro Volta. Galvani ottenne la contrazione dei muscoli nelle zampe di una rana applicandovi una corrente elettrica e Volta, nel 1800, annunciò l'invenzione della prima pila elettrica. Nel 1819, lo scienziato danese Hans Christian Ørsted dimostrò che intorno a un filo percorso da corrente elettrica si crea un campo magnetico; nel 1831 Faraday provò che il flusso di corrente in una bobina può indurre una corrente in una seconda bobina posta in prossimità della prima. Intorno al 1840 James Prescott Joule e Hermann von Helmholtz dimostrarono che i fenomeni elettrici obbediscono alla legge di conservazione dell'energia.







Correnti e campo magnetico

Nel 1819 Hans Christian Ørsted ipotizzò che i fenomeni elettrici e quelli magnetici fossero correlati. Sei anni dopo, osservando il comportamento di una bussola posta in prossimità di un filo elettrico, concluse che le correnti generano campi magnetici le cui linee di forza sono chiuse intorno alla corrente che li ha prodotti.



Un importante contributo allo studio dell'elettricità fu l'opera del fisico-matematico britannico James Clerk Maxwell, il quale sviluppò la teoria della luce come radiazione elettromagnetica e formulò le leggi fondamentali dell'elettromagnetismo, oggi note come equazioni di Maxwell. La conferma della validità della sua teoria venne dagli esperimenti del fisico tedesco Heinrich Hertz, che nel 1886 riuscì a produrre e a rivelare le onde elettromagnetiche nell'atmosfera, e dell'ingegnere italiano Guglielmo Marconi, il quale nel 1896 utilizzò tali onde per realizzare il primo sistema pratico di comunicazione radio.





La prima misura accurata della carica dell'elettrone, che rappresenta la più piccola quantità di carica osservabile, fu ottenuta nel 1909 dal fisico statunitense Robert Andrews Millikan. Da allora le conoscenze nel campo dell’elettricità si sono arricchite a dismisura, tanto da permettere applicazioni industriali sempre più raffinate: dall’uso dell’elettricità come sorgente di energia, dovuto in gran parte al lavoro di inventori e tecnologi come Thomas Alva Edison e Nikola Tesla, alla realizzazione di dispositivi elettronici microscopici, essenziali allo sviluppo della moderna tecnologia dell’informazione.
anonymous
2007-11-07 08:32:17 UTC
vai su google e cerca,wikipedia serva a qualcosa,non credi??

se potessero mandare il tizio sopra di me al guinness per aver scritto tutto in 2 minuti...metti il link del sito no??
anonymous
2007-11-07 08:36:56 UTC
E' una classe di fenomeni fisici riconducibili all'esistenza e all'interazione reciproca di cariche elettriche. A seconda che le cariche siano ferme o in moto, si parla più propriamente di elettrostatica o di elettrodinamica; nel primo caso, si ha a che fare con fenomeni puramente elettrici, nel secondo, con fenomeni elettromagnetici, che cioè presentano una componente elettrica e una magnetica.

Tutti i fenomeni elettrici si spiegano in base al fatto che la materia è costituita da particelle cariche: gli atomi, infatti, che di per sé sono elettricamente neutri, sono comunque composti da particelle dotate di carica elettrica: i protoni, positivi, localizzati nel nucleo insieme ai neutroni (neutri), e gli elettroni, negativi, in orbita intorno a essi. Normalmente, ogni atomo contiene un numero uguale di protoni e di elettroni; ogniqualvolta viene meno questo equilibrio, si manifestano i fenomeni elettrici.
aguilera_boy
2007-11-07 08:31:40 UTC
la corrente elettica XD XD


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